Vedere Accumoli dall’alto dopo il 30 ottobre 2016 rese l’idea sull’immane catastrofe che colpì tutto il Reatino.
Quella data segnò per sempre il suo destino e quello dei Comuni della zona, nonché le loro numerose frazioni.
Quel colpo fu come un potentissimo reset che distrusse ogni cosa. Fu come un segno, un messaggio Divino.
Tutti avemmo la stessa impressione, come se qualcosa di soprannaturale stesse comunicando agli uomini che in quelle terre nulla doveva più continuare ad esistere.
La sinistra conferma giunse nelle settimane ed i mesi a seguire. Infatti quello non fu l’ultimo episodio a scuotere duramente la terra.
Arrivò poi la neve che come una coperta ricoprì tutto ad ulteriore dimostrazione che una manifestazione suprema stava cercando di seppellire ogni ricordo.
Accumoli dall’alto non raccontava più di un ridente e tranquillo paesino dell’Appennino Centrale. A dire il vero, nel vederlo così, Accumoli sembrava non raccontare più nulla.
Eppure ai più attenti, i suoi assordanti silenzi, i rumori nel vento, gli echi delle sue vallate, sembravano far risuonare ancora una volta voci gioiose delle sue sagre, canti di bimbi nelle piazze delle sue frazioni…
Se già in agosto sembrasse un pachiderma agonizzante steso al suolo, dopo il mese di ottobre si mostrò come lo stesso essere dopo la sua morte e con la carcassa oramai esposta al sole, alla mercé dei suoi aguzzini.